Terza fase del Risorgimento
• Parallelamente al progetto rivoluzionario democratico mazziniano si sviluppò quello moderato liberale liberista federalista che non riconosceva nel popolo il protagonista dell’azione politica, ma che si rivolgeva piuttosto alla borghesia quale classe che poneva in primo piano interessi economici.
• SCOPI di tale progetto erano infatti quelli di:
• 1 - ottenere un mercato comune italiano, cioè fare dell’Italia un’unica area di scambio che superasse la frammentazione doganale dei vari stati che rendeva difficoltosa una libera circolazione delle merci anche per via della pluralità dei sistemi di monetazione e delle unità di misura.
• 2 - fare dell’Italia uno Stato confederato (cioè, propriamente una coalizione di Stati sovrani simile all’attuale unità europea coesa dalla moneta unica e da un mercato in cui circolano liberamente merci e lavoro).
• Si elaborarono due proposte fondamentali per cui questo Stato si poneva: a. sotto la presidenza del papa (Gioberti); b. sotto la direzione dei Savoia (Balbo).
• 1 - ottenere un mercato comune italiano, cioè fare dell’Italia un’unica area di scambio che superasse la frammentazione doganale dei vari stati che rendeva difficoltosa una libera circolazione delle merci anche per via della pluralità dei sistemi di monetazione e delle unità di misura.
• 2 - fare dell’Italia uno Stato confederato (cioè, propriamente una coalizione di Stati sovrani simile all’attuale unità europea coesa dalla moneta unica e da un mercato in cui circolano liberamente merci e lavoro).
• Si elaborarono due proposte fondamentali per cui questo Stato si poneva: a. sotto la presidenza del papa (Gioberti); b. sotto la direzione dei Savoia (Balbo).
I MEZZI per realizzare tale Stato confederato dovevano essere:
1. Un’attività diplomatica volta a convincere i vari principi restaurati dell’opportunità economica e politica di un simile progetto;
2. Il cui ostacolo principale restava, però, l’egemonia austriaca sulla penisola.
• Emersero due progetti politici principali:
• Il primo fu quello del Neoguelfismo dell’abate Gioberti che lo definì nell’opera Del primato morale e civile degli italiani, scritta nel 1843; il secondo progetto federalista fu quello di Cesare Balbo che lo espose ne Le speranze d’Italia, sempre del 1843. Accanto a tali progetti si deve porre la concezione di un federalismo democratico repubblicano di Carlo Cattaneo.
Gli eventi che dettero corpo al progetto federalista furono innanzitutto la spontanea rivolta popolare delle Cinque giornate di Milano (del 18-22 marzo 1848), per cui il comandante dell'esercito del Lombardo-Veneto, feldmaresciallo Radetzky, si vide costretto ad abbandonare la città.
Tale rivolta innestò la Prima guerra d’indipendenza che sembrò realizzare appunto il progetto federalista.
Tale rivolta innestò la Prima guerra d’indipendenza che sembrò realizzare appunto il progetto federalista.
Il giorno dopo la conclusione delle Cinque giornate di Milano, il re di Sardegna Carlo Alberto dichiarò, infatti, guerra all'Austria dando inizio alla Prima guerra di indipendenza che coinvolse gli altri principi e si svolse in due fasi: marzo-agosto 1848, marzo 1849: la guerra iniziò dunque come guerra federale di tutti gli stati italiani contro l’Austria: infatti, ai 30.000 soldati piemontesi si aggiunsero 7.500 pontifici, 7.000 toscani e 16.000 napoletani.
Oltre ad essi vanno ricordati i 450 studenti pisani e senesi che assieme ai loro professori combatterono nella battaglia di Curtatone e Montanara a sottolineare come il Risorgimento sia attraversato da un’importante corrente di volontariato popolare.
• Ma quando emerse che Carlo Alberto concepiva la guerra come mezzo di espansione dei suoi domini, gli altri sovrani si ritirano ed egli fu sconfitto prima a Custoza, nel luglio ‘48 poi, a Novara, nel ’49.
Video: Il Federalismo e la Prima guerra d'Indipendenza
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