Nel suo ultimo film - Salò o le 120 giornate di Sodoma – Pasolini colse in modo profetico la degradazione morale che si va configurando nel nostro mondo: per rappresentare tale stato di cose ebbe l’intuizione di fondere il crepuscolo del fascismo nella Repubblica sociale e il testo di Sade Le 120 giornate di Sodoma. Un’espressione particolarmente “felice” di tale degradazione del tessuto etico è oggi il personaggio del signor B. nello spettacolo quotidiano del suo dire e del suo fare, proprio nel senso per cui lo “spettacolo” giunge con tale figura a prendere il posto della sostanza morale. Si giunge così ad una oggettiva corrispondenza estetica tra il protagonista del film di Pasolini - Il Duca Blangis, interpretato da Paolo Bonacelli - e il signor B. quale effettivo esecutore dello spirito delle 120 giornate pasoliniane.
Vediamo allora se si può ricostruire lo spettacolo, appunto, di tale corrispondenza.
Nota: il film di Pasolini segue la falsariga del romanzo del Marchese de Sade, attraverso la ripetizione infinita del numero magico 4. Quattro "Signori", rappresentanti di tutti i Poteri, il Duca (quello nobiliare), il Monsignore (quello ecclesiastico), Sua Eccellenza il Presidente della corte d'Appello (quello giudiziario) e il Presidente Durcet (quello economico), si riuniscono in una villa assieme a quattro Megere, ex meretrici, e a una schiera di giovani ragazzi e ragazze, catturati tra i figli dei partigiani, o partigiani essi stessi, in una sontuosa e cadente villa, isolata dal mondo dal presidio dei soldati Repubblichini e delle SS. Nella villa, per centoventi giorni, sarà vigente per tutti un regolamento sottoscritto dai quattro Signori, con il quale essi sono autorizzati a disporre indiscriminatamente e liberamente della vita delle loro giovani vittime, le quali dovranno tenere un comportamento di assoluta obbedienza nei confronti dei Signori e delle loro regole. Ogni insubordinazione o pratica religiosa, verrà punita con la morte. Le giornate si svolgono attraverso una struttura infernale dantesca, che corrisponde alle quattro parti (un Antinferno e tre Gironi), in cui è diviso il film. Le tre Megere, nella mansione di narratrici, hanno il compito di raccontare le proprie perversioni sessuali nella cosiddetta Sala delle Orge, con lo scopo di eccitare i Signori e contemporaneamente di "educare" i ragazzi alla soddisfazione dei loro appetiti sessuali. Le narratrici sono accompagnate al pianoforte da una quarta donna, che ha il compito di estetizzare ulteriormente il loro racconto crudo, pornografico e compiaciuto.
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