Paul Celan
Paul
Celan è colui che fa poesia
dopo Auschwitz (o dopo il 20 gennaio 1942, quando
fu decisa la "soluzione finale"), cioè dopo lo scandalo insostenibile
della storia (per cui l'uomo e Dio stesso hanno
cessato di esistere), nonostante
il divieto di Adorno. Ma
questo divieto, secondo noi,
è simbolicamente rivolto a
Mallarmé per il quale la poesia deve avanzare
come se nulla fosse accaduto, non certo a Celan
per il quale, invece, “qualcosa accade” a
interrompere una "conversazione" che si tiene in una bella stanza e che
potrebbe andare avanti all'infinito (cfr.
P. Celan, Il meridiano,
Discorso in occasione del premio Büchner
a Darmstadt, 22 ottobre 1960, trad.
it. e introduzione di G.
Bevilacqua, Einaudi, Torino
1993, p.
3).
Qualcosa accade... qualcosa di insopportabile e inesprimibile, ma che Celan ebbe la forza dolce e scandalosa di dire proprio nella "sua" lingua materna-assassina..."latte nero"...
FUGA
DI MORTE
(Todesfuge)
di Paul Celan
Nero
latte dell'alba lo beviamo la sera
lo
beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo di notte
beviamo
e beviamo
scaviamo
una tomba nell'aria là non si giace stretti
Nella
casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che
scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete
lo
scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi
mastini
fischia
ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci
comanda ora suonate alla danza
Nero
latte dell'alba ti beviamo la notte
ti
beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo
e beviamo
Nella
casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che
scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete
I
tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell'aria là non
si giace stretti
Lui
grida vangate più a fondo il terreno e voi e voi cantate e suonate
impugna
il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete
più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero
latte dell'alba ti beviamo la notte
ti
beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo
e beviamo
nella
casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
i
tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti
Lui
grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui
grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell'aria
e
avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero
latte dell'alba ti beviamo la notte
ti
beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti
beviamo la sera e la mattina e beviamo e beviamo
la
morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti
colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella
casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
aizza
i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell'aria
gioca
con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i
tuoi capelli d'oro Margarete
i
tuoi capelli di cenere Sulamith
(Tratto
da Paul Celan, Poesie, traduzione di Giuseppe Bevilacqua,
Mondadori, Milano, 1976.)
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